Agnello Pasquale

L’ ARDORE , Roberto Calasso, ed Adelphi – cap XIX. L’ATTO DI UCCIDERE 

YOGA kirpan_of_mercy<< La domanda a cui rispondere: perché lo squilibrio fra divino e umano va corretto con una uccisione?

L’uomo è l’unico essere del regno animale ad aver abbandonato la sua natura, se per natura si intende il repertorio di comportamenti dal quale ogni specie appare provvista fin dalla nascita. Forte ma non tanto forte da non dover riconoscere la propria inermità difronte ad altri esseri – i predatori – , l’uomo decise in un certo momento … non di opporsi ai suoi avversari ma di imitarli. Fu allora che il predato si addestrò a diventare predatore…. Dovette allora ricorrere a qualcosa di cui nessuno disponeva : l’arma, lo strumento, la protesi. Così nacquero la selce scheggiata e la freccia.  A questo punto , con l’imitazione  e la fabbricazione di strumenti, erano stati compiuti i due passi decisivi che tutto il resto della storia avrebbe provato a elaborare, sino ad oggi: la mimesi e la tecnica.

Se si guarda indietro, il dissestamento prodotto dal primo passo – quello della mimesi … – è incomparabilmente più radicale rispetto ad ogni passo successivo.

Una risposta a quello sconvolgimento fu il sacrificio. Così un comportamento incongruo rispetto ad ogni altro riscontrabile nel regno animale ha finito per manifestarsi pressoché ovunque. Il sacrificio era la risposta a quell’immenso sconvolgimento all’interno della specie – e il tentativo di riequilibrare un ordine che era stato per sempre leso e violato.

L’uccisione è onnipresente nella catena alimentare, che attraversa l’intero regno animale. In ogni suo anello certe specie devono uccidere altre specie per sopravvivere. Con l’uomo la catena non si interrompe, anzi si espande: ma l’ uomo è anche l’unico essere che rifletta sull’ uccisione, che elabori l’atto in una sequenza di gesti prescritti. Come dicono i ritualisti vedici, l’uomo è l’unica tra le vittime sacrificali che celebri anche sacrifici. Questo accade non perché l’uomo occupi una posizione terminale… al di sopra di lui incombono i predatori alfa, che per millenni lo hanno terrorizzato e cacciato … la capacità di riflettere sull’ uccisione è dunque una anomalia nella catena alimentare, una biforcazione imprevista che si produce soltanto in quell’ anello della catena.

Al disopra e al di sotto di essa , tutto continua a procedere come sempre, senza variazioni. Il repertorio dei gesti è fissato in anticipo e ignora la storia. Che è appunto storia di quell’ anomalia: la trasformazione di un essere fondamentalmente vegetariano in un essere onnivoro. … Se la catena alimentare venisse osservata da una distanza astrale, la storia umana vi apparirebbe come un anello deformato… rispetto alla fissità, geometricamente rigorosa, di tutti gli altri ….>>

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